Il resoconto

Gli studenti del “Carafa” incontrano don Riccardo Agresti

Gli studenti del "Carafa” incontrano don Riccardo Agresti
Gli studenti del "Carafa” incontrano don Riccardo Agresti
Importante la testimonianza di un ex detenuto, attualmente residente nella masseria, che ha accompagnato don Riccardo e ha voluto condividere con gli studenti la sua dura esperienza all’interno del carcere
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Il 14 marzo scorso, nell’Auditorium dell’Ites les Carafa, le classi quarte hanno incontrato don Riccardo Agresti, curatore e ideatore insieme a don Vincenzo Giannelli del progetto “Senza sbarre”. Un progetto avviato da qualche anno, nella città di Andria, dal grande valore civile, finalizzato ad accogliere e valorizzare detenuti beneficiari di misure alternative al carcere.

L’incontro si è aperto con un filmato in cui don Riccardo ha spiegato la genesi del progetto “Senza sbarre”, un programma per la detenzione alternativa. Un progetto diocesano che ha sede nella masseria San Vittore nell’agro andriese in cui i detenuti con pena definitiva svolgono lavori all’interno della struttura.

Come afferma don Riccardo, «questo progetto mira all’accoglienza dei fratelli che si sono persi e questo luogo vuole essere il luogo del riscatto e del risarcimento in cui l’uomo riflette su se stesso e sugli errori che ha commesso. Chi entra a far parte del progetto si è sporcato le mani di sangue, qui si sporca le mani di farina».  Questo grande casale è stato riadattato come laboratorio tecnico-agricolo, dove i detenuti curano i campi e gli animali, producono pasta fresca, taralli, pane, trasformano i prodotti agricoli e li vendono. Qui si attuano tutte le misure alternative al carcere. Non è un progetto, come ci tiene a sottolineare don Riccardo, che ostacola lo Stato, ma bensì si vuole proporre solo un’alternativa seria, dove si cerca di recuperare giovani che si sono persi, che sono smarriti, spenti e, quindi, hanno bisogno di essere instradati.

Importante la testimonianza di un ex detenuto, attualmente residente nella masseria, che ha accompagnato don Riccardo e ha voluto condividere con gli studenti la sua dura esperienza all’interno del carcere. «Il carcere è duro, procura rabbia e rancore verso il mondo. Indossi una maschera che non è tua. Tante le fobie». Queste le parole di un uomo che, dopo tanti anni di reclusione, lontano dalla sua famiglia, ha imparato di nuovo a vivere e a rapportarsi con gli altri.

L’incontro si è concluso con le tante domande degli studenti, i quali hanno saputo interagire con l’ex detenuto che, dal canto suo, si è concesso con tanta disponibilità.

Un incontro profondo, lontano dalla retorica, un’occasione per dimostrare agli studenti che chi sbaglia merita di essere accolto e reintegrato nella società. Lo sviluppo di una coscienza sociale è da sempre uno degli obiettivi dell’Istituto.

lunedì 20 Marzo 2023

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