Aldo Papagni. La Fidelis Andria riparte ancora dal suo allenatore “preferito” per ricominciare una stagione condizionata da una falsa partenza che iniziava seriamente a preoccupare. Certo, non si è ancora giocata una partita e quindi non si può ancora parlare di risalita, ma sicuramente Papagni e la vecchia guardia Gigi Di Simone, vice al suo fianco, hanno portato una gran ventata di positività nell’ambiente.
«Devo ringraziare i dirigenti – ha esordito il neo-tecnico andriese – perché mi consentono di tornare in una piazza alla quale sono particolarmente legato. Lo dicono le mie panchine qui, ma anche tutta la mia esperienza di allenatore professionista. Sono felice di essere tornato».
Ancora lui, sempre in situazioni critiche: «Questa terza volta è simile alle altre due. Sono sempre giunto qui nelle prime giornate di campionato in una situazione di bassa classifica con una squadra in difficoltà. Questo momento, dunque, l’ho già vissuta e l’esperienza mi suggerisce di perseguire la ricerca della compattezza del gruppo. Non sono preoccupato, ma sono occupato per risolvere la situazione che l’Andria attraversa in questo momento. Bisogna aumentare l’aspetto concentrazionale».
Si riparte dal lavoro di Loseto, ma anche da una classifica che piange: «Questa squadra ha mostrato tanti aspetti positivi. Soltanto l’Andria ed il Catania hanno perso soltanto 3 volte e per questo va dato merito a Valeriano Loseto. Bisogna ripartire da tutto ciò, anche se non sono stati sufficienti per ottenere una situazione di classifica migliore».
Infine un commento sull’assetto tattico che la quale la nuova Fidelis di Papagni potrebbe presentarsi: “Loseto ha iniziato con il 4-3-3, poi è passato al 3-5-2. Io posso fare vari moduli. Nell’era Fuzio ho utilizzato il 4-3-3 ed il 4-3-1-2, mentre nella seconda esperienza ho utilizzato 4-2-3-1. Adesso bisogna comprendere le caratteristiche di questi giocatori e individuare il modulo adatto per questi giocatori».