Da alcune domeniche a questa parte un gruppo di giovani appassionati di softair (il gioco di fare la guerra) si dà appuntamento nel borgo di Montegrosso per dare sfogo alla voglia di divertimento e di competizione, ma questa loro scelta scontenta non di poco alcuni abitanti.
Andiamo con calma. Spieghiamo intanto cos’è il softair. Trattasi di un’attività ludico-ricreativa di squadra basata sulla simulazione di tattiche militari. Per la pratica di tale gioco si utilizzano solitamente delle riproduzioni di armi da fuoco dette air soft gun (ASG, letteralmente in italiano arma ad aria compressa, da cui il nome della disciplina) che sparano piccoli pallini in plastica biodegradabile e innocui.
Per motivi di sicurezza è obbligatorio per i giocatori indossare degli occhiali protettivi, o delle maschere integrali per proteggere il viso, poiché i pallini sono in grado di lacerare gli occhi. Ci si traveste poi con mimetica e tutto l’occorrente per rendere il gioco verosimile alla realtà.
I campi da gioco sono essenzialmente boschi e solitamente, se privati, basta ottenere una richiesta scritta da parte del proprietario dell’aria, con la quale viene concessa l’autorizzazione al club, associazione o gruppo di privati ad usufruire dei terreni; la stessa attività va comunque sempre comunicata alle Forze dell’ordine (carabinieri o Polizia).
Le comunicazioni vanno comunque inoltrate all'Ufficio Relazioni con il pubblico della locale Questura, che ha esclusiva competenza in materia di ordine pubblico.
È necessario anche segnalare la zona in cui si svolgeranno le attività, con degli opportuni avvisi che spieghino cosa sta avvenendo, in modo da non allarmare inutilmente eventuali passanti. La premessa è doverosa per permettere la normale comprensione di quanto lamentano alcuni abitanti di Montegrosso, da qualche mese nominato anche “Borgo della Salute”. Dai residenti, anche la preoccupazione per l'utilizzo di aree non proprio sicure, vedi l'ipogeo di Montegrosso: dovesse malauguratamente farsi male qualcuno, chi ne risponderebbe?
Ora, non vogliamo fare i moralisti, bacchettoni o peggio ancora i “prevenuti” su quella che è una pratica di gioco abbastanza consolidata nel mondo, anche se, non neghiamo, ci piace molto di più immaginare squadre con bermuda e infradito, pistole ad acqua colorate piuttosto che tute militari, elmetti e armi che simulano veri e propri campi militari in quello che è, oltretutto, un terreno del sostentamento Clero e della cooperativa Coloni di Montegrosso che, stando a quanto dichiarato da alcuni residenti, pare regolarmente autorizzato ai ragazzi che lo hanno scelto come campo di gioco. Il Sostentamento Clero, intanto, fa sapere che i suoi terreni sono dati in fitto e che, pertanto, sarebbero stati i fittavoli, semmai, ad autorizzare l’accesso ai ragazzi.
In attesa di vedere la partita di gioco controbilanciata sugli stessi terreni con una simulazione “peace and love” alla Woodstock del 69, auspichiamo che la libertà altrui e il diritto di gioco siano praticati nel pieno rispetto delle regole e delle persone.
Fateli giocare in città x sconfiggere gli incivili
Meglio giocare alla guerra alla play station chiusi in una topaia o facendo attività fisica?
Come al solito sbagliete sempre il termine. Non è giocare alla guerra, ma è Guerra simulata. Che sembra uguale ma non lo é, vorrei dire hai abitanti tante di quelle parole che non ne avete idea, ma sono un ragazzo civile quindi eviterò di farlo. E mi limiterò solo a dire che gli abitanti, soprattutto gli anziani hanno sempre da ridire su tutto. Ok il posto è un posto “di chiesa” e lo posso capire che da un po' fastidio. Ma se sapessero che oltre al “giocare alla guerra” ci fosse altro starebbero zitti. Piuttosto che lamentarsi come al solito, aiutate questi ragazzi a trovare un campo tutto loro, dove possano divertirsi.Basta andare al comune e chiedere. Ovviamente con tutte le regole i permessi ecc.Lo pratico da quando ho 11 anni, ora ne ho 26. E mi sono stancato di questi articoli inutili