La Corte Costituzionale boccia la norma “salva banche”

Laura Maria Pia Tota
Costituzionalmente illegittimo il decreto "Mille proroghe": si apre una nuova fase incoraggiante per i correntisti vittime di anatocismo
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Il 5 aprile 2012  è, indubbiamente, per tutti i correntisti italiani una data storica.

La Corte Costituzionale ha, infatti, dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 2, 61° comma, del decreto legge 29 dicembre 2010 n.225, c.d. “Mille proroghe” convertito dalla legge 26 febbraio 2010 n.10, con il quale il precedente Governo aveva azzerato anni di battaglie e di vittorie giudiziali dei consumatori contro il famigerato anatocismo bancario, vale a dire il meccanismo perverso di moltiplicazione degli interessi sugli interessi del conto corrente.

Grazie alla sentenza n. 78 del 5 aprile 2012 della Corte Costituzionale, quindi, i correntisti hanno nuovamente il diritto di chiedere alla Banca la restituzione degli interessi anatocistici, sin dalla data di apertura del rapporto con l’Istituto di credito. Il termine decennale di prescrizione per richiedere alla banca gli interessi anatocistici indebitamente pagati decorre, invece, dalla data in cui è stato estinto il saldo di chiusura del conto ed interessa tutte le operazioni effettuate dal correntista dall'apertura del conto alla sua chiusura.

Una sentenza fondamentale che rassicura, non solo, tutti i correntisti che avevano delle cause in corso al momento dell’entrata in vigore del c.d. decreto “mille proroghe”,   ma anche tutti coloro che intendono promuovere una azione giudiziale per far valere i propri diritti ed ottenere, ove ne sussistano gli estremi, la restituzione del mal tolto da parte delle banche.

È, quindi, opportuno ed auspicabile che tutti coloro che sono o sono stati titolari di un contratto di conto corrente (purché non chiuso da più di 10 anni) che ha registrato degli scoperti ed al quale sono state illegittimamente addebitate somme da parte degli Istituti di credito, inviino una formale diffida, attraverso raccomandata con ricevuta di ritorno alla propria Banca, chiedendo la restituzione delle somme illegittimamente percepite.

 

venerdì 27 Aprile 2012

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