Il caso. Una signora di Latina aveva ricevuto da Equitalia una cartella di pagamento per la somma di € 72.617,59 nel lontano 2006 ma, in seguito, la cartella era stata annullata dall’Agenzia delle Entrate essendo stato già definito il debito e, pertanto, tale somma non era dovuta.
Nonostante questo provvedimento di sgravio, Equitalia nel 2011 aveva notificato una nuova intimazione di pagamento, fondata sulla stessa cartella già annullata e aveva provveduto alla iscrizione di ipoteca su di un immobile di proprietà della signora. Quest’ultima ha dovuto, di conseguenza, proporre ricorso avverso l’intimazione di pagamento dinanzi alla Commissione Tributaria di Latina, tramite i legali di Confconsumatori.
La Commissione Tributaria Provinciale di Latina ha dichiarato l’estinzione del giudizio in parola per cessazione della materia del contendere, anche in conseguenza del fatto che l’Agenzia dell’Entrate, costituendosi in giudizio, ha precisato e confermato la circostanza dell’annullamento della cartella esattoriale e del consequenziale ritiro della pratica di recupero.
Come è facilmente intuibile, trattasi di un caso di evidente errore da parte dell’Equitalia che, nonostante l’annullamento della cartella nel lontano 2006, ha continuato imperterrita a vessare il cittadino con richieste illegittime arrivando sino alla iscrizione della ipoteca sulla casa di proprietà, arrecando gravi danni all’utente.
Pertanto, l’invito è quello di verificare sempre e puntualmente la fondatezza delle richieste di pagamento ricevute dagli enti di riscossione per accertare se il pagamento è dovuto o meno, eventualmente avvalendosi di tecnici esperti (legali, commercialisti, associazioni dei consumatori).