Il ricordo

Addio Vincenzo, hai scritto con noi e per noi la storia “umile” di Andria

Sabino Liso
Sabino Liso
Vincenzo D'Avanzo
Vicnenzo D'avanzo durante la presentazione di "Andria Inedita"
La tua è stata una penna attenta ai dettagli, alle persone che mettevi al centro dei racconti, all’amore decantato in tutta la sua bellezza, ai matrimoni di un tempo, alle feste comandate, alle biografie romanzate di tanti personaggi che hanno fatto la storia locale
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Ci hai lasciati, caro Vincenzo D’Avanzo. Sei stato un amico, un maestro del racconto, memoria storica di una città in continua evoluzione a cui tanto hai dato dal punto di vista storico e culturale. Un destino beffardo ti ha strappato all’affetto dei tuoi cari proprio nel giorno della festa patronale, la stessa festa che tu ha più volte raccontato, in maniera minuziosa, nei tuoi articoli che dal 2017 ormai  occupavano il “focus” del nostro giornale ogni domenica mattina.

Ti avvicinasti alla nostra redazione con curiosità e con quel pizzico di scetticismo che buona parte di uomini e donne della tua generazione, abituati all’odore della carta stampata, hanno ancora oggi. Ma tu eri attento e non ci è voluto poi tanto per abituarti al cambiamento.

Mi parlavi spesso del tuo sogno di vedere pubblicati i tuoi racconti. Tutti racchiusi in un’unica pubblicazione, magari i più significativi, quelli che, com’eri abituato a fare, commentavi, all’indomani dell’uscita del nuovo articolo, con un lapidario messaggio, tipo: «Che significa 13886?”». Erano le visualizzazioni a uno dei tuoi racconti; tanti altri ne sfioravano di numeri da capogiro. La tua è stata una penna attenta ai dettagli, alle persone che mettevi al centro dei racconti, all’amore decantato in tutta la sua bellezza, ai matrimoni di un tempo, alle feste comandate, alle biografie romanzate di tanti personaggi che hanno fatto la storia locale, molti dei quali ora saranno lì sull’uscio del Paradiso ad accoglierti per ringraziarti. Ringraziarti per la premura che hai avuto nel tramandare, anche alle nuove generazioni, la storia della tua amata Andria; nel rendere giustizia alla memoria di qualche personaggio di cui era andata sbiadita… e chissà, con il tempo, riusciremo a fare noi la stessa cosa con te e con un racconto scritto e mai pubblicato.

Il “tuo” racconto, quello della tua vita che non ti ha dispensato solo gioie ma anche qualche sofferenza. Più volte ne abbiamo parlato. Tengo a ribadire in questa circostanza, come ho sempre fatto anche con te, che la redazione di AndriaLive ti ha accolto in modo libero e ha riconosciuto in te un valido custode della storia e della tradizione, che ha amato tanto la sua città, la stessa a cui mancheranno i tuoi racconti.

Riposa in pace lì, nel regno dei cieli, accanto alle anime belle che non giudicano i difetti degli altri per assolvere i propri.

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Una breve nota biografica:
Classe 1945, laureato in Filosofia nel 1971, entra in consiglio comunale l’anno successivo e diventerà capogruppo e assessore; nel 1980 entra in consiglio provinciale, dove sarà capogruppo e assessore realizzando i Piani integrali Mediterranei (ad Andria furono edificati l’istituto commerciale e il liceo scientifico); nel 1986 diventa Sindaco di Andria, realizzando 12 edifici scolastici e numerose altre opere pubbliche.

martedì 20 Settembre 2022

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Vincenzo Leonetti
1 anno fa

A km di distanza mi unisco al dolore della cittadinanza andriese che piange la scomparsa di un suo pilastro, decano di conoscenze e racconti della nostra città. Ricordo bene quando un suo spunto portò al mio primo articolo su Andrialive, la passione e l’amore verso questa terra che lo muoveva. Immensa gratitudine per tutte quelle chicche del passato, làsciti che oggi apprezzeremo ancor più e dei quali sentiremo tanta nostalgia. I suoi scritti hanno aiutato tanti giovani a conoscere personaggi e spezzoni di una società andriese ormai antica le cui menti storiche, chiamate a tramandare la sapienza genuina di quel popolo verace ormai superato, sono sempre meno. Sono stato in parziale contrasto con lui quando si parlava di andriesi emigrati, ma ho apprezzato comunque la passione e le idee che lo muovevano e per cui spendeva parole mai banali. Spero che la redazione e chi ne ha la facoltà possa raccogliere le sue testimonianze e divulgarle nelle scuole, in tutte le iniziative culturali aperte al pubblico andriese, soprattutto quello più giovane che – oggi più che mai – ha la forte necessità di conoscere le nostre radici e su di esse costruire una nuova comunità. Una comunità moderna ma sempre ben radicata nelle tradizioni, nei costumi e in quella “ingenua” fratellanza popolare di cui l’Andria di oggi ha disperato bisogno.