L'analisi

L’ora più buia della Repubblica

Gabriele Losappio
Gabriele Losappio
Giorgia Meloni
Giorgia Meloni ringrazia
Tra astensionismo, politiche vuote e minacce autoritarie: sintomi di una democrazia inferma
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Il risultato era scontato. Nel momento esatto in cui partiva la campagna elettorale più confusa e concitata della nostra storia repubblicana le previsioni lasciavano poco spazio alle sorprese. Con ogni probabilità, quindi, avremo la prima presidentessa d’Italia. Particolare come accadrà con un personaggio mai così lontano dai principi e dalle lotte del femminismo, ma sulla coerenza partitica ci sono minimi discorsi da poter affrontare.

Sono stati mesi in cui si è verificato di tutto: fazioni che se le son dette di tutti i colori per poi essere fotografate insieme e sorridenti, propagande con quegli stessi toni che si vieta di usare a scuola, programmi dai contenuti infimi e inconcludenti.

La destra vince perché è stata efficace nel parlare nel modo giusto alle persone giuste. La sinistra ha perso perché non sa cosa significhi essere la sinistra. Di mezzo ci sono tutti i problemi di una legge che condanna l’elettorato al voto utile o a quel “meno peggio” che ha contribuito a peggiorare sempre più il livello delle istituzioni, permettendo loro di adagiarsi sugli allori delle comode coalizioni. Il voto democratico ha assunto le note di uno strumento illiberale, e qualunque sia stato il governo scelto dalla “maggioranza”, sarebbe bene fare riflessioni su questo.

Si parlerà di destra, si parlerà di una sinistra dove ancora una volta il leader del partito più votato ha preannunciato il suo abbandono. Quanto si parlerà, invece, dell’astensionismo più alto della nostra storia democratica? Il 64% è un dato troppo basso per essere osservato solo nel giorno in cui si esce vincitori o vinti. È un numero che non racconta solo la totale assenza di legame tra popolo e sistema, soprattutto al sud dove la percentuale è molto più alta, ma vede nel popolo una parte di responsabilità che non può sempre essere relegata alla guida. Il voto è un diritto conquistato, ed è così fondamentale da diventare un dovere, e non esercitarlo per scelta significa avere la presunzione di sentirsi superiori al punto di non farsi rappresentare da nessuna idea. Di mezzo, quei cinque milioni di fuorisede che aspettano una legge rimasta invece ancorata al paleolitico costituzionale. Sconti sui treni insufficienti e deplorevoli, zero sconti sugli aerei, possibilità di votare dall’estero garantita con riserva. E il sottoscritto è stato privato dell’emozione del primo voto nazionale per un plico mai giunto a destinazione, mentre il tempo per un duplicato era scaduto. La partecipazione viene messa a tacere, ma l’attivismo sociale continuerà ad essere alimentato.

Per diverso tempo, ben prima della caduta del governo Draghi, è stato svolto un lavoro di messa a tacere delle informazioni, travisate e raggirate contro il nemico. Si è normalizzato l’impensabile dal dopoguerra, si è fatto passare per “democratico” dibattiti su simboli elettorali, su un canto che racconta il motivo per cui siamo liberi più o meno tutti. È stato definito “politico” l’unico punto che dalla politica dovrebbe stare lontano nei discorsi, l’antifascismo. Se in Italia c’è ancora il coraggio di parlare di “centrodestra”, all’estero non ci si deve nascondere da alcuna ipocrisia, e non stupiamoci se si parla di post-fascismo. Perché nessuna autorità torna uguale a prima nelle azioni, ma resta uguale nei principi mentre si evolve nei modi di comunicare il proprio controllo; su questo Umberto Eco qualcosa l’ha compresa. Una grossa fetta dei candidati di chi ci guiderà è dichiaratamente fascista, un’altra parte si nasconde ma viene ripresa mentre usa senza troppe remore il braccio destro, un’altra parte ancora si chiama per la libertà mentre cercherà di limitare le stesse libertà conquistate nel tempo, e quelle altre per cui si sta ancora lottando. E se per gli esponenti c’è sempre una scappatoia, una giustificazione da poter utilizzare per redimersi, è sufficiente conoscere chi quel voto lo ha dato, magari rivolgendo lo sguardo anche solo in famiglia. Dovremmo avere il coraggio, per una volta, di chiamare le cose col loro nome, perché di normale c’è solo l’anormalità di una democrazia sempre più debole. Ed è uno spirito che riguarda ognuno dei lati più rappresentati, perché non basta dichiararsi antifascista per esserlo davvero, non basta incolpare la destra se la sinistra è stata la grande responsabile dei danni alla sanità, alla scuola pubblica, all’alternanza scuola-lavoro, alla gestione dell’immigrazione.

È necessario porsi dei dubbi se nell’era in cui la comunicazione è lo strumento più importante si scelga di fare una campagna partendo dalla differenza tra guanciale e pancetta. C’è uno scollo tra parodia e realtà che si assottiglia sempre di più. Si crede che per parlare ai giovani basti sbarcare su TikTok, diventando marionette di loro stessi. È pensiero comune che per aiutare i poveri basti inserire in qualsiasi discorso l’espressione “piccole-medie imprese” o “lavoro precario”. Poco si è parlato dell’evasione fiscale, forse la nostra malattia più grande, così come di lotta alla mafia che controlla ancora buona parte dell’andamento territoriale, di misure alla crisi energetica stabili nel tempo. Viviamo nell’epoca politica dei bonus, e la nuova generazione, oltre a subire l’indifferenza democratica, attende di pagarne il debito, mentre si vede calpestata nei diritti civili. Qualche giorno fa un altro ragazzo è morto durante l’esperienza dell’alternanza scuola-lavoro; poco prima dell’avvicinamento alle votazioni le Marche sono state travolte da alluvioni senza precedenti; l’aumento della povertà ha raggiunto livelli preoccupanti, e la forbice tra il ricco e il povero è sempre più ampia.

Il fenomeno, alla base di tutto, è sempre stato lo stesso: attribuire le giuste cause ai giusti problemi e costruirci una riforma strutturale e sistematica è impopolare; è ciò a cui ci si è abituati dopo decenni di instabilità e rapida caduta verso il fondo. E forse, oggi, ne abbiamo scavato uno nuovo. Che duri cinque anni come nessuna legislatura ha fatto, che duri un solo anno, la delusione deve essere motivo di analisi e rinascita, politica e sociale, prima che diventi tutto immobile, prima che quel vuoto diventi carta bianca per un ritorno al passato.

martedì 27 Settembre 2022

(modifica il 7 Ottobre 2022, 10:10)

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AmicodiPeppone
AmicodiPeppone
1 anno fa

L’Italia ” ha scelto “, fatevene una ragione.

Emanuele
Emanuele
1 anno fa

Se chi di sinistra(incluso giornalisti) la smettesse di fare solo filosofia, di accusare di fascismo gli altri, di avere la presunzione che il voto democratico sia solo quello per la sinistra e cominciasse davvero a lavorare per la difesa degli operai evitando di sfornare i Renzi, Calenda Boschi Serrachiani…
Beh…
Allora forse le elezioni avrebbero detto altro.
Trovo davvero stucchevole parlare di “ora più buia per la repubblica” solo perché ha vinto chi finora non ha mai vinto.
Trovo fuori luogo l’affermare che “di normale c’è solo l’anormalità di una democrazia sempre più debole” proprio il giorno dopo la libera e chiara espressione del voto; dove è l’anormalita’?
Piuttosto, le forze di opposizione di oggi dovrebbero fare tesoro del messaggio che “democraticamente” i propri elettori hanno voluto mandare… magari anche astenendosi dal voto.
C’è da stare tranquilli e farsi il più classico “esame di coscienza “.

Rendine Alessandro
Rendine Alessandro
1 anno fa

Analisi interessente, però insufficiente a spiegare il perchè dell’elevato tasso di astensionismo. Usare la parola “fascismo” come bau bau è anacronistico e serve solo a nascondere il vuoto di idee e di proposte L’analisi avrebbe anche dovuto scandagliare i motivi di fondo che hanno determinato la sonora deblace dell’etablishment invano sostenuto dai media e dagli influencer internazionali. Vi è stata una profonda scollatura fra il paese reale e quello disegnato e agognato da una ben definita èlite ideologica e culturale
La incapacità di ammettere gli errori da parte di quella parte politica che ha governato in quest’ ultimo decennio si rivela nel finale dell’analisi quando si sorvola su tale aspetto e si adombra il timore di un “ritorno al passato”. L’ideologia appartiene all’era romantica della politica, oggi occorre misurarsi solo sul terreno dei bisogni concreti dei cittadini e l’appeal di un partito dipende principalmente dalla sua capacità di intercettare e possibilmente soddisfare tali bisogni: non occorre una politica clientelare/assistenzialista ma solo una politica seria,concreta,responsabile e credibile. Ovvero, il contrario di quanto fatto in questo ultimo decennio.

Gabriele
Gabriele
1 anno fa

Ringrazio le critiche e colgo l’occasione per puntualizzare alcuni aspetti, con la speranza di creare un dibattito produttivo:
1 buona parte dell’articolo è dedicata ai problemi della sinistra che, come esplicitato nel testo, è stata una delle grandi responsabili della gestione del paese negli ultimi anni. Non solo, ho anche puntualizzato i meriti di una destra che, a prescindere dall’ideologia, ha saputo parlare nel modo giusto alle persone giuste;
2 l’indebolimento della democrazia è riferita all’astensionismo che, in materia di elezioni nazionali, ha raggiunto livelli preoccupanti. Il numero va letto sia in ottica di distanza tra popolo e stato, sia in ottica del problema dei fuorisede che è assurdo non aver ancora marginato, essendo praticamente l’unico paese a non avere una legge in merito (e da ragazzo di vent’anni che si è visto negare questo diritto quando sarebbe stata la sua prima volta concedetemi un minimo di rabbia) ;
3 il discorso sul post fascismo non nasce da un’interpretazione filosofica personale, ma da fatti che testimoniamo da diversi anni, tra continue apologie, riversamento della storia e diritti negati. Nessun nuovo fascista verrà a dirvi di esserlo, in un paese che fortunatamente non tollera il fascismo nella sua quasi totalità. Se da un lato, almeno da uno sguardo ottimista, è impossibile avere un altro Mussolini, il “post” fascismo o comunque una minaccia autoritaria si vede da atteggiamenti più nascosti, di certo non con genocidi o nuovi campi di concentramento, e continui nel tempo (vedi situazione aborto in diverse regioni divenuto impraticabile nonostante la legge). Tuttavia, come ripetuto più volte, il discorso non è stato incentrato su “destra cattiva” e “sinistra intelligente ma non si impegna”. Anzi, la sinistra paga errori ben più gravi di un qualsiasi comizio urlato per far leva sull’odio, perché ha illuso chi le ha dato fiducia. L’esame di coscienza deve perciò essere collettivo.

LORENZO
LORENZO
1 anno fa
Rispondi a  Gabriele

IL SENSO SEMBREREBBE UN PO DIVERSO. IO SONO ANDATO A VOTARE LIBERO, SENZA COSTRIZIONE ALCUNA, COME PENSO LA SIGNORA EMMA BONINO, IL SIG SILVIO BERLUSCONI ED OGNI ALTRO CITTADINO ITALIANO.
NON VEDO ALCUN PROBLEMA PER LA REPUBBLICA E SE PENSO AL BUIO DELLA REPUBBLICA, PENSO AL TERRORISMO AGLI ANNI DI PIOMBO, DOVE CERTA SINISTRA ESTREMA E CERTA DESTRA EVERSIVA MERAMENTE E SERIAMENTE HA MESSO A RISCHIO LA NOSTRA DEMOCREZIA, CHE I PARTITI DI ALLORA, DAL PC ALL’MSI PASSANDOI PER DC E PSI, HANNO SALVATO.
MI SEMBRA ESAGERATO TANTO ALLARMISMO E MI SEMBRA INVECE IL PEGGIOR MODO PER INCASSARE UNA SCONFITTA.

G. R.
G. R.
1 anno fa

Invito caldamente chi gli “amici” della sinistra e altri a farvi ragione che prendere atto della sconfitta politica è un dato di fatto. Prendere spunto dall’atteggiamento degli uomini e donne di Fratelli d’Italia, stanno mantenendo in questi giorni… calma, sobrietà e soprattutto compostezza rimarcata ieri sera dal giornalista B. Vespa; è stato elogiato questo atteggiamento UNICO per ora nella storia della Repubblica Italiana. Niente feste, e/o cortei, niente piazze a festa, ma solo voglia di lavorare e cercare di risollevare questa nazione. La squadra è di spessore politico notevole e non di arrivisti è volata gabbana e soprattutto bugiardi… uno su tutti M. Renzi “… se perdo il referendum non farò più politica…”. Dopo 5 anni tradisce e fonda 2 partiti (Italia viva e poi azione). Il fascismo non tornerà anzi quasi nessuno sa neanche di che cosa è stato quel periodo. Dovremmo allora pensare al comunismo come cosa buona e giusta, secondo l’autore di questo articolo? Beh io gli ricordo una città Kolima in Polonia sede del più grande gulag (campo di concentramento russo) dove la rivoluzione di ottobre ha mietuto 66 milioni di vittime ben 10 volte l’olocausto!!!! Per concludere studiare su libri LIBERI da condizionamenti e poi giudicare.

agostino tortora
agostino tortora
1 anno fa

LE PAROLE E LE IMMAGINI PESANO
Gent.le Gabriele,
quando impareremo a dare peso alle parole ed immagini?. non la conosco personalmente, ma perchè fa precedere il suo articolo da quel titolo e quella fotografie, facendo seguire un testo assolutamente condivisibile: i numeri non mentono, il partito più rappresentativo è quello degli astenuti.
Possiamo tutti condividere che le ore più buie per la repubblica sono stati il rapimento e delitto moro, le stragi di ustica , piuttosto che l’italicus, le stragi di capaci e via damelio…..quelli sono stati veramente momenti in cui guardi i tuoi cari e ti chiedi:” che cosa sta accadendo?” “cosa succederà ora? “. Associare questo titolo all’immagine del futuro premier , con in mano la scritta “grazie Italia”, quale messaggio vuol far passare ? che è buio che in Italia si sia votato ( con una legge pessima)? che abbia vinto una donna? o che semplicemente abbia vinto un diverso da me?
sarà forse per questo che un gran numero di italiani decidono di NON votare, non riconoscendosi, non solo nei partiti, ma anche nei modi . dove l’avversario merita di essere mistificato ( aiuto arrivano i fascisti!!) e non contrastato con idee o programmi.
Forse se si cambiasse il modo di far politica probabilmente ( me lo auguro) la gente ritornerebbe a votare.
grazie
AT

Leonardo Matera
Leonardo Matera
1 anno fa

Siamo certi che l’astensionismo certifichi una “protesta” contro i partiti? Io credo invece che discenda da un rifiuto del senso civico, del sentirsi parte di una collettività di cittadini, preferendo la cura dei propri esclusivi interessi . Di conseguenza si rimane delusi perché il vincitore di turno ha deluso le promesse fatte a piene mani, e senza badare alla spesa pubblica , in campagna elettorale, perché non sono state soddisfatte le aspettative personali o corporative. Solo così si spiega il successo di Berlusconi nel 1994, di Bossi e poi di Salvini, dei 5 stelle , della Meloni oggi. D’altra parte segnalo una propensione al masochismo e un’opzione preferenziale per la furbizia che affligge parte degli italiani che continuano a votare Berlusconi, nonostante la condanna definitiva per frode fiscale ( chi froda il fisco froda tutti noi) e l’acquisto di parlamentari come avviene solo nel terzo mondo e continuano a votare Lega nonostante Bossi ( appena rieletto) abbia rubato 49 milioni e Salvini li abbia fatti sparire. Quanto al fatto che FdI sia un partito erede del Movimento Sociale ( di cui ancora conserva la fiamma) fondato da ex repubblichini è un fatto, peraltro non smentito da saluti fascisti fatti in occasione di raduni o commemorazioni anche da parte di esponenti del partito. Agli italiani piace il nuovo: proviamo, non si sa mai. Come i bambini che mentre stanno sulle macchine da scontro pensano già alla successiva giostra, certi che si divertiranno di più.