La storia

Burocrazia lenta. La storia del signor Mario, bloccato nel limbo della società

Un sostegno per gli anziani
L’uomo, affetto da demenza senile, attende da mesi la nomina di un amministratore di sostegno che lo aiuti nelle faccende quotidiane. A denunciare la situazione sono i suoi figli
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Per due volte il Giudice tutelare rinvia l’udienza per nominare l’amministratore di sostegno a favore di un uomo anziano. Con la conseguenza, tra le altre, che l’85enne Mario (nome di fantasia), soffrendo di demenza senile ed essendo per la legge e nella realtà un soggetto incapace, non può richiedere informazioni e servizi, né rivolgersi a sindacati o banche per sbrigare le varie pratiche e ricevere agevolazioni. A segnalarci la vicenda è sua figlia, la signora Anna, che ha deciso di contattare la stampa perché stanca della lentezza delle procedure.

«La prima convocazione era prevista per metà giugno scorso – spiega la donna – e la settimana prima ho ricevuto una telefonata dal cancelliere che mi ha comunicato il rinvio dell’udienza agli inizi di ottobre a causa di impedimenti del giudice. Una settimana fa, esattamente la sera prima della data prevista per l’udienza, il nostro avvocato ci ha comunicato che è stata nuovamente rinviata, questa volta agli inizi di novembre. Oltre all’ulteriore rinvio, non è neanche giusto che ci avvisino con tempi così stretti. I miei fratelli avevano già chiesto ai loro titolari di assentarsi. Trovo che questa sia una mancanza di rispetto».

Nell’incontro con noi la signora ribadisce più volte che suo padre non è in grado di gestire la sua vita e che senza l’istituto dell’amministrazione di sostegno non può usufruire di servizi che migliorino i suoi giorni. L’amministratore di sostegno è una figura prevista dalla legge e nominata dal Giudice tutelare, appunto, per salvaguardare quelle persone che, a causa di un’infermità o di una menomazione fisica o psichica, si trovano nell’impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi.

Il signor Mario ha 85 anni e, così come sostengono i suoi figli e parenti stretti, non può permettersi di aspettare ulteriormente. Nel limbo della società lo trattiene un tempo burocratico e amministrativo che evidentemente sta scorrendo più lentamente del tempo biologico. Eppure è proprio quest’ultimo a dover meritare rispetto, a tutela di un bene supremo che è la vita.

venerdì 14 Ottobre 2022

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Flavia
Flavia
1 anno fa

…purtroppo è una triste realtà. Chi non prova sulla propria pelle certe esperienze, non può capire. Spesso oltre a dover affrontare il dolore di un genitore che viene colpito da malattie di questo genere, bisogna pure combattere con la burocrazia lenta. Rimandare per tempi così lunghi non è concepibile; parliamo di un posticipo di 4 mesi la prima volta e di un mese la seconda volta, con il risultato che ad oggi l’udienza non è ancora avvenuta. Spesso non ci si rende conto che in queste situazioni intervenire in tempi brevi è molto importante e indispensabile. Malattie degenerative di questo tipo incalzano molto, molto velocemente. Non parliamo poi del menefreghismo di alcuni personaggi che considerano il lavoro altrui come un passatempo. Essere avvisati il giorno prima del posticipo dell’udienza è da ritenersi, appunto, un’offesa nei confronti di chi si era già organizzato chiedendo permessi al proprio datore di lavoro. In ogni caso tanti auguri al sig. Mario

M.s
M.s
1 anno fa

La nostra società ha subito cambiamenti strutturali che hanno mutato i rapporti umani. Leggere questa realtà fa male, soprattutto quando un cittadino ha lavorato e sacrificato una vita per la famiglia, e per sopraggiunti motivi di salute, non è più in grado di gestire la propria vita.
Un contesto sociale che ignora queste realtà ha fallito il proprio compito.
Le istituzioni che dovrebbero garantire la dignità sono ormai sorde ed inesistenti.
Restituiamo la dignità agli uomini.
Solidarietà alla famiglia, un attesa di ricevere le risposte del caso

N.D.
N.D.
1 anno fa

La macchina della giustizia, a cui mancano risorse che la fanno procedere a singhiozzo non e’ purtroppo sintonizzata sulle urgenze dei bisogni di chi ad essa di rivolge. È molto sconfortante di fronte poi a situazioni di disagio e sofferenza che richiedono invece la massima urgenza e attenzione. Occorrerebbe una comunicazione più diretta tra le istanze dei cittadini e le istituzioni, in questo caso con quella giudiziaria. Spero che la questione del sig. Mario venga attenzionata e risolta senza ulteriori rinvii