Festa delle Forze Armate, Scuola "Vittorio Emanuele III- Dante Alighieri"
Festa delle Forze Armate, Scuola "Vittorio Emanuele III- Dante Alighieri", bandiera pace
Festa delle Forze Armate, Scuola "Vittorio Emanuele III- Dante Alighieri"
Festa delle Forze Armate, Scuola "Vittorio Emanuele III- Dante Alighieri"
Festa delle Forze Armate, Scuola "Vittorio Emanuele III- Dante Alighieri"
Sono stati i ragazzi della “Vittorio Emanuele III – Dante Alighieri” ad aprire ieri la celebrazione istituzionale della Festa delle Forze Armate e dell’Unità Nazionale.
Alla presenza della Sindaca Giovanna Bruno, delle autorità civili e militari e delle rappresentanze studentesche giunte dalle altre scuole cittadine, una delegazione di studenti dell’istituto ha introdotto il cerimoniale con la lettura di alcune toccanti testimonianze di soldati durante la Prima Guerra Mondiale. Lettere che hanno voluto riportare l’attenzione non solo sul sacrificio patriottico di migliaia di soldati italiani ma soprattutto sulla crudeltà della guerra e sulle atrocità che in quel conflitto causarono la morte di milioni di giovani di tutta Europa. “L’inutile strage”, come la definì Papa Benedetto XV, con un severo monito che ancora oggi ci giunge attuale di fronte ai tanti conflitti che sconvolgono il mondo.
Dopo la lettura di queste prime testimonianze ha preso il via il corteo che, aperto proprio dai ragazzi della “Vittorio Emanuele III – Dante Alighieri”, accompagnati dalla Dirigente Maria Teresa Natale, ha attraversato le vie del centro cittadino per giungere infine al Monumento ai Caduti nel Parco 4 Novembre, dove si è celebrata la Messa al campo seguita dalla deposizione di una corona e dall’intervento della Prima cittadina.
Successivamente, a conclusione della manifestazione, i ragazzi della “Vittorio Emanuele III – Dante Alighieri” hanno dato lettura di altre emozionanti testimonianze sulla Guerra, rilanciando con forza, insieme a tutti i partecipanti, il grido di pace invocato ieri come oggi da tutte le vittime di guerra nel mondo.
Riportiamo uno stralcio di quanto scritto dagli stessi ragazzi:
Cari concittadini,
il 4 novembre 1918 entrava in vigore l’armistizio firmato a Villa Giusti con l’Impero austro-ungarico. Terminava il primo conflitto mondiale iniziato nel 1914. Il prezzo della vittoria fu di oltre 4 milioni di soldati mobilitati di cui 250.000 giovani appena diciottenni, 600.000 morti e 1.500.000 feriti, 400.000 civili che avevano abbandonato le proprie case sulla linea del fronte. Nel ricordo dei caduti il 4 novembre del 1921, la salma del milite ignoto, trasportata in treno da Aquileia a Roma, fu tumulata all’altare della Patria, che da allora diventò l’epicentro delle solennità nazionali.
Il 4 novembre è allora il giorno della commemorazione dei caduti e dei dispersi di tutte le guerre, ma anche del ringraziamento ai militari in servizio, in Italia e nelle missioni internazionali di pace all’estero, e giorno che celebra l’Unità Nazionale. Siamo qui perché la ricorrenza odierna deve divenire occasione di studio, di riflessione, di confronto, affinché il passato ci aiuti a comprendere il significato del presente e del nostro ruolo di giovani, di studenti, di futuri politici ed educatori. C’è un messaggio forte e chiaro che giunge a noi dalla Costituzione italiana: l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali.
Ripudiare la guerra vuol dire vincere l’egoismo umano, con la lotta all’ignoranza e al disimpegno civico; la libertà e la pace non sono state acquisite una volta per tutte, ma sono conquiste che si consolidano ogni giorno, nelle nostre famiglie, sui luoghi di lavoro, nei luoghi della politica, ovunque si costruisca amore per la vita e per la democrazia, rispetto per gli altri, aiuto per i più deboli.
Tuttavia, un concetto deve essere chiaro: nulla si fa cancellando il passato. Impariamo da ciò che è stato fatto e detto, non disperdiamo la lezione della storia e la saggezza dei nostri anziani: impegniamoci personalmente perché il nostro Paese ha bisogno di ognuno di noi.
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