L’intervista alla prima cittadina

Festival della Legalità, sindaca Bruno: «Un’opportunità per sentirsi comunità»

Luca Ciciriello
Luca Ciciriello
Andria
«Questa amministrazione - dichiara - è impegnata in azioni di contrasto ai fenomeni di illegalità»
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Il prossimo 25 novembre ritorna ad Andria il Festival della Legalità per il secondo anno consecutivo. L’iniziativa prende il via proprio nella Giornata contro la violenza sulle donne, un fatto che assume un significato rilevante anche alla luce del triste caso di abusi subito da una ragazza minorenne ed emerso nelle ultime ore.

«Il fil rouge del festival è “Il coraggio delle idee”, ci siamo ispirati all’aforisma di Paolo Borsellino – ha detto Giovanna Bruno -: la paura è umana ma dobbiamo combatterla con il coraggio».

Sindaca, partiamo dalla cronaca: un esercizio commerciale della città ha subito due rapine in poco meno di una settimana, l’ultima ieri sera. È opinione diffusa che ad Andria esiste un sottobosco di illegalità e criminalità. È così? Per questo c’è bisogno di parlare di legalità?

«Andria è una città difficile, complessa. Da sempre. Se estendiamo il campo di osservazione, non se la passano meglio le città limitrofe, anzi. D’altronde la Bat è attenzionata per questi motivi, per la sua contiguità all’area foggiana, per la sua vicinanza geografica alla mala barese. Conosco bene questo quadro di disagio e illegalità, che mi ha portato sin da subito a investire sui temi della legalità e del rispetto delle regole. Per prevenzione, per sensibilizzazione, per contrasto. Per soffermarci sulle negatività ma soprattutto per dare un respiro di speranza, per mettere in luce il lavoro durissimo delle sparute forze dell’ordine, della magistratura, delle agenzie educative. Insomma, per parlare anche del rovescio della medaglia del male: il coraggio delle idee e delle azioni. Quel coraggio che serve per tentare di arginare il male che ci circonda. Per fargli muro».

Ancora un episodio di cronaca: due settimane fa un minorenne è stato denunciato per ben quattro volte nell’arco di pochi giorni per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. A chi vi rivolgete quando parlate di legalità?

«La legalità non ha un parterre anagrafico di riferimento: ne parliamo ai bambini di scuola dell’infanzia, spiegando loro cosa significhi non rispettare le regole. Lo facciamo con i giovani, provando a recepire i loro disagi di crescita, che spesso lo espongono ad azioni indegne. Lo dobbiamo fare continuamente con gli adulti, che a volte dimenticano la responsabilità di essere soggetti educanti. Per questo proviamo a coinvolgere tutta la città con l’iniziativa del festival. Che, appunto, è una iniziativa: solo una goccia insieme al quotidiano lavoro con le forze dell’ordine, con le istituzioni rappresentative a più livelli, con le famiglie. Le famiglie sono prima comunità chiamata in causa, che ci piaccia o no. Preziose palestre di educazione e di valori che vogliamo mettere in luce».

Ma legalità è anche non abbandonare rifiuti, fenomeno che lei stessa ha notato girando per la città e che ha denunciato qualche giorno fa, durante la Festa dell’Albero. E in questo caso i responsabili non sono evidentemente ragazzi o ragazze ma adulti.

«Abbandonare i rifiuti è reato. C’è qualcosa di più illegale di un reato? Difficile a dirsi. Per questo sul tema del rispetto dell’ambiente facciamo tanta opera di prevenzione con i nostri piccoli e giovanissimi e molto pressing sugli adulti, in gran parte i concreti autori di questi reati. Di fronte ai quali reati, a volte, serve la collaborazione di chi denunci, affidandosi alle autorità preposte: perché quella denuncia può servire per mettere in essere le azioni di individuazione e di punizione. Ma a noi come istituzioni spetta in primis tentare di prevenire, sensibilizzando. Per questo nelle iniziative del festival non può mancare il focus sui reati ambientali».

Ritorna il Festival della Legalità, alla sua seconda edizione. Quali le novità di quest’anno?

«Il Festival della Legalità è stato istituzionalizzato da questa amministrazione con una delibera di giunta. Tornerà ogni anno e tornerà in tanti momenti dell’anno. Questa seconda edizione, ancora di più della prima, ci ha creato imbarazzo nella scelta delle tematiche perché tutto è legalità e, al contrario, tutto può essere illegalità. Pensiamoci. Ogni nostra azione o gesto determina legalità/illegalità. Tra le novità c’è tutto lo spaccato sui diritti, attraverso la rivista “Internazionale”, presso l’Officina San Domenico. Poi il format è simile a quello scorso, con il coinvolgimento di tutte le istituzioni, a più livelli, sui diversi temi».

Ci descriva il programma: qual è il filo rosso che lega tutti gli appuntamenti?

«Il fil rouge è “Il coraggio delle idee”, ci siamo ispirati all’aforisma di Paolo Borsellino: la paura è umana ma dobbiamo combatterla con il coraggio. Ed ecco che nel festival raccontiamo tante azioni di coraggio contro l’illegalità: dagli imprenditori che si mettono in rete alla pena detentiva che diventa possibilità reale di reinserimento. Dai beni confiscati che acquistano nuova vita allo sport come collante sociale. Dalla cultura della pace al rispetto del mondo femminile».

Al di là del Festival della Legalità, e quindi di momenti di “prevenzione”, che cosa ha fatto e che cosa fa quest’Amministrazione per garantire legalità in città?

«Questa amministrazione è impegnata in azioni di contrasto ai fenomeni di illegalità. Promuove pratiche di trasparenza amministrativa attraverso i protocolli di legalità e sicurezza, con la Prefettura e non solo. Applica i protocolli nelle gare, divenuti ormai un metodo che ci siamo dati ai tempi del PNRR. Senza dimenticare il “piano anticorruzione”, le attività di formazione della P.A., come le giornate della trasparenza e della sicurezza, tra l’altro novità del festival. Poi, conduciamo con le forze dell’ordine un continuo lavoro di monitoraggio e individuazione di qualsivoglia forma di illegalità. Facciamo prevenzione, sensibilizzazione, denuncia. Ma anche attività di ascolto di tante situazioni sommerse, accompagnando i percorsi di loro messa in luce. Ricordiamo ad ogni piè sospinto che le regole si rispettano, anche quando non piacciono. Il vivere civile è fatto di diritti, ma anche di doveri. Noi inculchiamo la cultura del rispetto. Promuoviamo azioni di pace, in sinergia con le tante realtà locali a cui va il grosso merito di fare da argine per tante derive sociali».

Che opportunità è per la città il Festival della Legalità?

«Il festival è una opportunità per sentirsi comunità. Per misurarsi insieme con la fotografia della nostra città, spesso imbruttita da fatti di cronaca e sottobosco di criminalità ma molto più spesso fiera delle proprie leve di moralità. Si parla sempre in maniera spinta di una cosa negativa che accade intorno a noi. fa più rumore, me ne rendo conto. Fa scattare il meccanismo dell’additare colpe, del trovare responsabili, del deresponsabilizzarsi. Sarebbe bello se si desse più spazio a quella foresta silenziosa che cresce, proprio nella nostra città. Una foresta fatta di semi gettati, con pazienza e cura, da tanti. Consapevoli che non dobbiamo far finta di niente per ogni albero che cade».

mercoledì 23 Novembre 2022

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