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In piazza Medici e Dirigenti sanitari: «Siamo stanchi, arrabbiati e delusi. Sanità pubblica versa in condizioni drammatiche ma rimaniamo inascoltati»

la redazione
In piazza Medici e Dirigenti sanitari: «Siamo stanchi, arrabbiati e delusi. Sanità pubblica versa in condizioni drammatiche ma rimaniamo inascoltati»
Dal palco di Piazza Santi Apostoli la denuncia per le condizioni critiche in cui versa la sanità pubblica e la delusione per l’operato anche del nuovo Governo oltre che dei governi passat
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La sentita e passionale manifestazione nazionale indetta dalle sigle che compongono l’Intersindacale della dirigenza medica e sanitaria del Ssn si è tenuta a Roma con diverse migliaia di partecipanti.

Dal palco di Piazza Santi Apostoli la denuncia per le condizioni critiche in cui versa la sanità pubblica e la delusione per l’operato anche del nuovo Governo oltre che dei governi passati.

«Siamo contro l’eredità che questo Governo sta prendendo sulla linea dei tagli alla sanità e sulla mancanza di risposte rispetto alle pessime condizioni di lavoro di chi tiene in piedi il Servizio sanitario nazionale.

«Un contratto già scaduto non attuato, 5 milioni di ferie non pagate, 10 milioni di ore di straordinario non retribuite. Questo rende i “medici stanchi, arrabbiati, disillusi.
Servono almeno 5 miliardi in più per rimettere in sesto un Servizio Sanitario Nazionale altrimenti destinato al fallimento. E invece il governo attuale come in passato, continua ad ignorare tutte le nostre richieste. Se non si intende invertire la rotta, gli ospedali rimarranno vuoti» ha detto Guido Quici, presidente della Federazione Cimo-Fesmed, intervenendo aspramente durante la manifestazione.

«Siamo qui – ha detto – per ringraziare chi negli ultimi 10 anni ha chiuso ospedali e pronto soccorso, ha tagliato posti letto e personale, lasciandoci nelle condizioni drammatiche in cui ci troviamo oggi. Ovvero una situazione, ha precisato Quici, in cui un giovane medico non trova alcun motivo per iniziare a lavorare nel servizio sanitario nazionale, lavorando in condizioni drammatiche, rischiando continuamente denunce e aggressioni, guadagnando molto meno rispetto al resto d’Europa e senza alcuna prospettiva di carriera.

Noi – ha concluso Quici, siamo l’ultimo baluardo a difesa del Servizio sanitario nazionale, ma siamo soli. E allora sarà necessario avviare un movimento di protesta, perché quello che stiamo perdendo sotto i nostri occhi è troppo prezioso.

Siamo contro l’eredità che questo Governo sta prendendo sulla linea dei tagli alla sanità e sulla mancanza di risposte rispetto alle pessime condizioni di lavoro di chi tiene in piedi il Servizio sanitario nazionale. Dal pubblico i medici si dimettono per lavorare nel privato, guadagnando uno stipendio 4 volte maggiore quello di un medico Ssn. La politica si è dimostrata un amministratore incapace, buttando i soldi dalla finestra e depauperando le risorse per il Fondo sanitario.

Dal palco di Piazza Santi Apostoli si è fatta sentire forte la voce delle donne del Ssn: mediche, veterinarie, dirigenti sanitarie hanno raccontato le loro sofferenze e i loro desiderata, descritto la loro forza di donne in prima linea, attraverso lettere al premier Giorgia Meloni.
Chiediamo, a più voci, con forza di poter lavorare in serenità ma per far questo è indispensabile che venga rivisto il finanziamento del Ssn che deve consentire un piano di assunzioni coerente con il reale fabbisogno di personale, condizione indispensabile per poter lavorare in sicurezza.

Noi Dirigenti Medici e Sanitari del SSN, dobbiamo essere uniti, compatti e determinati per salvare la sanità pubblica, per il diritto alla salute di ogni cittadino, nell’interesse della collettività”.

La Sanità pubblica deve rimanere il nostro gioiello, un sistema di strutture e servizi che hanno lo scopo di garantire a tutti i cittadini, in condizioni di uguaglianza, l’accesso universale all’erogazione equa delle prestazioni sanitarie, in attuazione dell’art.32 della Costituzione ed è perciò che chiediamo ai cittadini di unirsi con noi».

venerdì 16 Dicembre 2022

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