Auguri

La grande luce di un Natale tra le tenebre

Geremia Acri
presepe
presepe allestito nella curia Vescovile di Andria
È l’istante in cui l’oscurità viene spazzata via dall’illuminazione, da un Verbo che si manifesta a noi e raggiunge i nostri spiriti, per guidarci verso un cammino di redenzione
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Mai come quest’anno il periodo ci pone davanti ad una sfida complessa, vivere una festività con alle spalle un anno di tante fatiche, preoccupazioni e incertezze per il futuro. Tuttavia, com’è buona sarcastica abitudine, diventa anche la giusta occasione per stringersi nell’intimità degli affetti a noi più cari, e soprattutto ci apre una finestra di riflessione su ciò che è stato e su ciò che vorremmo fosse.

È sempre bello quando il mondo smette di correre per un po’, giusto il tempo di arrestare il suo corso e darci modo di respirare, almeno per chi non si è ridotto ai regali last-minute. Che sia anche il momento per ricordarsi che Natale e consumismo non sono fratelli, né lontani parenti. In un presente che ci vede più lontani, riavvicinarsi vale più di ogni oggetto materiale che verrà scartato sotto un albero colmo di speranze. “Se ci diamo la mano i miracoli si fanno e il giorno di Natale durerà tutto l’anno”, diceva Rodari. Le luci, le solite canzoni, quei film che riguarderemo senza volerlo e quel cibo che è lo stesso per tre giorni di fila da quando si ha memoria: che siano solo da corollario a una celebrazione in cui è incarnato molto più di un semplice e sterile esibizionismo. È l’istante in cui l’oscurità viene spazzata via dall’illuminazione, da un Verbo che si manifesta a noi e raggiunge i nostri spiriti, per guidarci verso un cammino di redenzione.

È la grande luce dal Natale, quella che ci fa stringere negli affanni e ci aiuta a celebrare i piaceri, senza mai dimenticare cosa si è lasciato nel percorso. Mentre la nostra società cammina nelle tenebre e nelle barbarie, dall’Ucraina alla Siria, dalla striscia di Gaza all’Iraq, dal Medio Oriente all’Africa, dalle esecuzioni in diretta, alle strazianti condizioni di diversi paesi del Continente Africano, al dramma dei migranti e dei morti nel mar Mediterraneo, la luce di Dio si rivela incarnandosi nei tessuti vitali della storia, per camminare con l’intera umanità e donare giustizia, speranza, liberazione. Gesù, l’Atteso è ancora disatteso, non temiamo: Egli è qui tra noi, incamminiamoci per andare a vedere, come hanno visto i pastori, nella casa natale di Betlemme.

“…Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento…Andarono dunque senz’indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, che giaceva nella mangiatoia.”  (cfr. Lc 2,8 ss.)

“…il verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv1,14).

Il Natale è simbolo di nascita, e quando si viene al mondo, la gioia di starci dentro supera ogni barriera di pessimismo. Quindi, oltre ad augurarvi buone feste, il vero augurio è di una nuova riscoperta: c’è ancora tanto per cui avremo il diritto di festeggiare. Perché quanto più si è umani più si manifesta il divino che abita in noi.

domenica 25 Dicembre 2022

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