Ieri all’ITT “Jannuzzi”

Studenti e mondo carcerario a confronto per imparare il valore di inclusione e libertà

Lucia Maria Mattia Olivieri
Lucia Maria Mattia Olivieri
Studenti e mondo carcerario a confronto per imparare il valore di inclusione e libertà
Sempre più bassa l’età media dei detenuti, con giovani di poco più di 20 anni che entrano in carcere per reati legati soprattutto alla droga: di qui l’invito alle nuove generazioni a capire il valore della legalità e del rispetto della legge
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È stata un’assemblea di Istituto diversa dal solito: gli studenti dell’ITT “Jannuzzi”, infatti, si sono confrontati con il direttore del carcere di Trani Giuseppe Altomare, con il capo della Polizia Penitenziaria Felice De Pinto e con il Funzionario Giuridico Pedagogico Cinzia Calzaretti.

Sovraffollamento delle carceri, sistema di re-immissione nella società, criteri per decidere quali concessioni dare ai detenuti, ma anche la giornata-tipo, i progetti pedagogici, le storie “a lieto fine”: tante le domande dei ragazzi e interessanti le risposte degli esperti su temi che riguardano da vicino il territorio.

«Sentire dalla viva voce dei protagonisti – commenta il Dirigente scolastico Giuseppe Monopoli – quella che è una realtà così particolare come la vita in carcere penso sia stato lo stimolo che ha guidato i nostri studenti nella richiesta di dedicare un momento assembleare al tema».

Così è stata ripercorsa la storia della casa Circondariale maschile di Trani, inaugurata nel 1974 e che viene ancora definita “super carcere” impropriamente, non essendo di massima sicurezza, che oggi conta circa 400 detenuti a fronte dei 320 previsti, e di quella femminile, in cui le detenute sono 40 rispetto ai 30 posti. Una storia che, come ha spiegato il dott. Altomare, vede l’età media abbassarsi sempre di più, con giovani di poco più di 20 anni che entrano in carcere per reati legati soprattutto alla droga: di qui l’invito alle nuove generazioni a capire il valore della legalità e del rispetto della legge, ma anche di quanto può essere duro essere privati di diritti che noi diamo per scontati quotidianamente, dall’uso del cellulare al poter uscire di casa per andare a comprare qualcosa, e di cui i detenuti comprendono a fondo il senso. La vita carceraria infatti è regolata da una legge denominata Ordinamento Penitenziario. L’ordine e la disciplina sono condizioni per realizzare il trattamento rieducativo, quindi il carcere è un luogo dove ci sono regole precise.

Infine, cruciale è il tema del reinserimento di coloro che hanno scontato la propria pena: è stato dimostrato che il tasso di recidiva è molto inferiore nei soggetti che durante il periodo di esecuzione della pena abbiano avuto l’opportunità di svolgere attività formative e lavorative. Ciò è determinato, prevalentemente, dal reinserimento nel tessuto produttivo conseguente all’acquisizione di professionalità richieste dal mercato del lavoro. Per questo motivo va incoraggiato il sistema di ritorno in società degli ex detenuti, senza pregiudizi e atteggiamenti discriminatori.

Anche per questo, affrontare tematiche del genere è un’ottima palestra di vita, presente e futura, per i  ragazzi, a cui va il plauso di aver fatto questa scelta coraggiosa.

martedì 31 Gennaio 2023

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