L'approfondimento

La scuola che vogliamo

Michele Guadagno
Michele Guadagno
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L’80% degli studenti andriesi intervistati è critico verso il sistema scuola
4 commenti 683

Oggi, a detta degli intervistati, la scuola dovrebbe prestare più attenzione alle aspirazioni degli studenti, e il dato raccolto dalle interviste è emblematico, infatti l’80% degli studenti intervistati vorrebbe un sistema scolastico più innovativo.

I problemi sono molteplici. Un primo aspetto da migliorare sarebbe il rapporto studente-professore. La professionalità della classe docente è senza dubbio di alto livello, ma a causa delle condizioni in cui sono costretti a lavorare, tra programmi ministeriali spesso troppo lunghi e rapporti con le famiglie più interessate ai voti dei propri figli che al loro benessere psico-fisico, gli insegnanti sono costretti a subire una pressione eccessiva, che inevitabilmente talora ricade sui ragazzi sotto forma di ansia.

Una figura chiave di mediazione tra le parti sarebbe potuta diventare il rappresentante d’istituto, ma anche questa, alla prova dei fatti, si è rivelata una scommessa persa. Concepito come uno strumento di scuola “partecipata”, il rappresentante d’istituto si è ridotto a una carica di facciata, senza alcun tipo di incidenza effettiva.

Quanto alle attività extracurricolari, lungi dal fornire nuovi stimoli, essendo imposte ai ragazzi, non fanno altro che scoraggiare questi ultimi.

Infine, tra le criticità assunte non è da trascurare l’aumento sempre più consistente del costo dei libri di testo, con case editrici che si “divertono” nello stampare edizioni nuove, cambiando solo la copertina e poco più, con inutile carico per famiglie già duramente colpite dalla crisi.

Va da sé che di fronte a un settore pubblico che non funziona, cresce l’aspettativa per l’iniziativa privata: il 60% vorrebbe infatti un’apertura più consistente all’istruzione privata, che possa offrire una formazione più innovativa, seppur più costosa, a chi voglia e possa permetterselo, senza contare la possibile implicazione di sprone per la scuola pubblica. Va detto, in realtà, che rispetto ai tempi dei nostri genitori molte riforme sono state attuate in tema di autogestione, ma evidentemente qualcosa non ha funzionato, se la percezione comune resta comunque di sostanziale insoddisfazione. Forse, al netto delle tante innovazioni, non si è mai trovato il coraggio di attuare una svolta radicale, che mettesse in discussione le fondamenta stesse del nostro sistema didattico, tuttora ancorato a dogmi accademici troppo legati alle nostre radici.

Ovvio che per ogni riforma degna di questo nome occorrono anche dei finanziamenti a livello locale. La scuola è stato un tema troppo trascurato dalle amministrazioni regionali, che hanno spesso pensato di risolvere i vari problemi via via ricorrenti tramite finanziamenti straordinari, mentre è sempre mancato, anche in seno alla regione Puglia, un piano di riqualificazione sistemico.

Come modelli di riferimento, in questo senso, mi viene da pensare ai “kurabi” delle scuole giapponesi, delle specie di club di studenti autogestiti, attraverso i quali sono coordinate le attività pomeridiane. Ogni studente è libero di scegliere di quale kurabi far parte e, nel caso in cui la scuola voglia contribuire economicamente al suo sviluppo, un suo rappresentante s’incarica di gestirne il budget. È chiaro che parliamo di lontanissime latitudini e di culture molto diverse dalla nostra, ma un sistema didattico che desse un po’ più di fiducia allo studente e lo emancipasse dalla funzione di semplice “contenitore di nozioni” sarebbe già un primo passo utile. Bisognerebbe concentrarsi sulle passioni dei ragazzi e valorizzarle, perché non si può ripagare la fatica dello studio dando un numero da 1 a 10, senza l’opportunità di formare e consolidare i talenti!

“Libertà è partecipazione!”, cantava Giorgio Gaber in sua celebre canzone e tanto più vale lo stesso principio se applicato a chi è destinato a prendere in mano le redini del futuro. Sapere aude!

venerdì 13 Ottobre 2023

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G G
G G
6 mesi fa

Penso si intendesse “longitudini”

Treccanicus
Treccanicus
6 mesi fa
Rispondi a  G G

Penso si intendesse il significato non tecnico, ma estensivo di “latitudine”, quale regione, zona della Terra in generale, così come spiegato dai dizionari.

michele guadagno
Michele Guadagno
6 mesi fa
Rispondi a  G G

Si intende in senso estensivo, quale “regione, zona della Terra”, così come attestato dal dizionario Treccani.

Francesco
Francesco
6 mesi fa

Sicuramente..tutto si può e si deve fare sempre al meglio..e in meglio..
Ci vorrebbe un buon coordinamento di giovani che facciamo proposte in tal senso…
Ma…al di fuori..di concezioni o fazioni …polllli..tiche..