La storia

L’esortazione di una paziente in pronto soccorso: «Non date fretta al personale»

Lucia Maria Mattia Olivieri
Lucia Maria Mattia Olivieri
ospedale Bonomo - Pronto Soccorso
Pronto soccorso Bonomo
«I soli due medici in turno hanno soccorso per ore, alternandosi tra prestazioni più semplici a interventi di diversi codici rossi. Lasciate che operino con più tranquillità a beneficio di tutta la comunità»
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Trovarsi dall’altra parte della “barricata”: parte da qui il racconto di Annamaria Ieva, da 35 anni al servizio della ASL Bt, che nei giorni scorsi si è trovata a dover ricorrere alle cure del pronto soccorso del “Bonomo” di Andria. Un racconto che sottolinea l’enorme carico di lavoro e di stress a cui sono sottoposti gli operatori sanitari, in particolare in periodi di affollamento delle sale d’attesa per i malanni di stagione, e la necessità di dare fiducia a chi si occupa della nostra salute.

«Non date fretta al personale di pronto soccorso.

Vi dico questo a ragion veduta, poiché stamattina, a causa di una orticaria, mi sono dovuta recare in p. s. per le cure necessarie, e sí, sono andata da sola, perché noi siamo autosufficienti anche quando stiamo per crollare e la nostra soglia del dolore è talmente alta che non ci accorgiamo di stare male.

Tuttavia, arrivata a triage, sono stata trattata farmacologicamente e supportata psicologicamente. Mentre ero in terapia, ho potuto osservare la grande professionalità dei miei colleghi, la loro empatia nel triagiare i pazienti, la loro intesa nel eseguire i vari compiti professionali, la precisione di esecuzione delle varie manovre assistenziali (34 anni di servizio e un occhio clinico addestrato riesce a rilevare il positivo e il negativo in pochissimo tempo). Dicevo, il tutto, e quando dico tutto dico anamnesi, rilevazioni di parametri vitali, registrazione degli stessi, richieste di esami e di visite specialistiche, nonché telefonate per consulenze chirurgiche urgenti, un lavoro così delicato e difficile, rallentato o in continuazione causa di deconcentrazione da parte dei parenti che, continuamente cercano, anche furtivamente, appena la porta si apre per un qualsiasi motivo, di entrare per poter raggiungere il proprio parente. Capisco quanta ansia si possa provare restando in sala d’attesa, ma è anche vero che il tempo a dare le stesse notizie o a spiegare che si è occupati, è tutto tempo prezioso che viene sottratto alla vera e necessaria assistenza ai vostri stessi cari.

I soli due medici in turno hanno soccorso per ore, alternandosi tra prestazioni più semplici a interventi di diversi codici rossi che sono sopraggiunti, restando sempre impassibili, gentili ed efficienti. Non aggiungo altro.

I miglioramenti fanno piacere a tutti e sono gli stessi operatori sanitari, nei propri ruoli, medici, infermieri, oss e ausiliari, ad esserne felici e a poterne dare notizia.

Perciò, lasciate che operino con più tranquillità a beneficio di tutta la comunità».

lunedì 15 Gennaio 2024

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Giovina
Giovina
3 mesi fa

Concordo, molti di noi utilizzano il pronto soccorso per farsi cekap e controlli banali, o per problemi che possono essere risolti tranquillamente dai medici di base. Non solo, ma poi spesso non si tollera l’attesa.

Ultima modifica 3 mesi fa da Giovina
Betty
Betty
3 mesi fa
Rispondi a  Giovina

Il problema vero, cara giovina, è proprio il mancato esercizio alla tolleranza,che sfocia in pretese e cattiva educazione! In fondo quando si è in pronto soccorso, i nostri cari sono in mani sicure!
Serve solo un atto di fiducia!

Compaesano
Compaesano
3 mesi fa

Il problema non sta nella qualità del personale, ma nella quantità del personale

REGANO PASQUALE
REGANO PASQUALE
3 mesi fa

Quando un dipendente pubblico fa il proprio dovere le cose migliorano di colpo e noi cittadini siamo tutti contenti e soddisfatti. Purtroppo, non sempre avviene. Ci sono dipendenti con non meritano lo stipendio che puntualmente percepiscono. Non fanno il proprio dovere. Poi, ci sono cittadini che si comportano da prepotenti e maleducati con il personale. Sono quelli che alzano la voce e a volte, le mani. I più esigenti sono quelli che non pagano le tasse. I cosiddetti evasori, tanto coccolati dall’attuale governo. Se il servizio pubblico non è spesso all’altezza dei bisogni dei cittadini, la colpa è anche di questi signori che non contribuiscono nella giusta misura.

F. Guerra
F. Guerra
3 mesi fa

L: eccezione conferma la regola. A fronte di un PS funzionante centinaia nel pieno degrado