L'approfondimento

Il parco della Memoria a San Valentino fiorirà tutto l’anno

Sabino Liso
Sabino Liso
il parco della Memoria
4 macroareee con piante che fioriscono in diverse stagioni. Un parco che sorge lì dove negli anni della pandemia è stato allestito l'hub vaccinale. Il ricordo nelle dichiarazioni del dottor Riccardo Matera e Giancarlo Cannone. La lettera di Damiana dedicata a sua mamma
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Aprile 2021, in piena ondata covid19, veniva allestito l’hub vaccinale a San Valentino. Lunghe file di persone, anche a tarda serata, si recavano presso l’hub allestito presso il polivalente dove i medici del dipartimento di igiene e di prevenzione dell’ASL BT, instancabilmente, hanno vaccinato la popolazione. Proprio lì, in quella zona, ieri è stato inaugurato il parco della Memoria dedicato a tutte le vittime del covid19. Tanti i parenti di nostri concittadini che ormai non ci sono più. Tanti gli sguardi persi e le lacrime per un padre, una madre, un figlio, un fratello, una sorella persi durante quel terribile periodo contrassegnato da limitazioni e da isolamenti terribili i cui strascichi pesano ancora sul benessere psico-fisico di tanti di noi.

Una cerimonia composta quella di ieri, un parco che merita tanto rispetto e di cui il circolo Legambiente Thomas Sankara se ne prenderà cura: «Un luogo dove poter ricordare le vittime del covid, progettato utilizzando il criterio della bellezza – commenta Riccardo Larosa -. L’area è stata suddivisa in 4 microaree ed ognuna andrà a fioritura in un diverso periodo dell’anno, per garantire la presenza di piante fiorite tutto l’anno». Il progetto, finanziato dal gruppo Guccio Gucci che, a seguito della sfilata a Castel del Monte, decise di finanziare alcuni interventi di responsabilità sociale, tra cui questo bosco urbano.

Protagonisti di quel periodo pandemico, sono stati, come dicevamo, i medici dell’hub vaccinale, rappresentati ieri dal dott. Riccardo Matera e dal dott. Giancarlo Cannone.

«Resta un grande ricordo dal punto di vista personale – commenta il dottor Matera –  una grande esperienza professionale di amicizia e di collaborazione con gli altri colleghi, con le forze dell’ordine e con tutte le autorità che si sono spese per rendere possibile una lotta adeguata a questa infezione».

«Il covid19 per noi è stata una sorpresa – aggiunge il dottor Cannone – non sapevamo assolutamente nulla della sua pericolosità. Abbiamo combattuto una battaglia contro un nemico invisibile; ci siamo adoperati facendo i salti mortali: inizialmente non c’erano linee guida, non c’era assolutamente nulla. Abbiamo improvvisato qualche volta per la salvaguardia della salute altrui poi, man mano le cose sono iniziate a migliorare, sono arrivati i primi segnali con i vaccini, abbiamo incominciato a vaccinare hanno capito molto di più il comportamento nella terapia della malattia conclamata. Abbiamo fatto del nostro meglio, c’è l’hanno riconosciuto, ma anche al tempo stesso qualcuno ha sollevato dubbi e perplessità su quello che riguarda la validità della vaccinazione. Senza la vaccinazione, probabilmente, a quest’ora eravamo meno persone a parlare di questo argomento, il che ci rende anche orgogliosi del lavoro svolto».

Toccanti le parole della prima cittadina Giovanna Bruno, la cui lettera è stata pubblicata nell’articolo pubblicato ieri. Oggi vogliamo condividere con voi le parole di Damiana che nel periodo pandemico ha perso la sua adorata mamma. A Damiana e a tutte le persone che piangono la scomparsa di persone care giunga il nostro caro abbraccio.

«I suoi occhi spaesati e pieni di paura sono ancora impressi nella testa. Le nostre carezze, le parole d’incoraggiamento “Mamma, forza, ce la facciamo”, riecheggiano ancora forti nelle orecchie. L’esperienza Covid è un tatuaggio sulla pelle, una pagina nera scritta nel libro della vita di ognuno di noi. Non si possono dimenticare le ore infinite di confinamento in casa, le corse contro il tempo per cercare di trovare una soluzione ad ogni minima difficoltà che si presentava in quel frangente, quotidianamente.

Il tentativo era quello di riuscire a superare il “momento”, nella fervida speranza di uscirne più forti che mai. Ma poi il vortice, all’improvviso: il ricovero di tua madre nel Covid Hospital più vicino, la lunga ospedalizzazione e il suo corpo isolato che si è spento lentamente, lontano da tutti, lontano da noi. Sono fotogrammi che non passano, come non si affievoliscono prima la sofferenza, poi la rabbia e adesso la rassegnazione.

È giusto ricordare, è giusto lasciare una impronta indelebile, anche nella storia della nostra città, di queste vittime innocenti uccise da un virus silente e devastante, che ha distrutto intere famiglie ancora provate dal dolore. Ci sono due modi per rendere imperitura la memoria dei nostri cari scomparsi a causa del Covid: il primo è scolpire i loro nomi in un parco, come simbolo di rinascita a beneficio della comunità andriese. Il secondo è il più importante: custodire il loro ricordo nel prezioso scrigno del nostro cuore, per sempre. Ciao Mamma».

martedì 19 Marzo 2024

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