Prima, piccola vittoria per abitanti ed esercenti di Montegrosso: in data odierna, infatti, con una raccomandata via pec, Giuseppe D’Oria, quale capogruppo dell’ATI D’Oria – Debar – Pagone, incaricata di procedere alla rimozione della rotatoria sulla sp2 Andria-Canosa per l’accesso al Borgo, alla luce delle dichiarazioni susseguitesi in questi giorni su organi di stampa e televisivi, che preavvertono azioni eclatanti per impedire la rimozione, ha annunciato alla Prefetta Riflesso e a tutti gli Enti istituzionali coinvolti di ritenere opportuno, al fine di evitare disordini e/o situazioni ancor più gravi, di aderire all’invito di differire le operazioni di rimozione della rotatoria in data successiva alla riunione del 7 maggio prossimo.
Sulla questione registriamo inoltre un ricorso al Tar, condotto da Pietro Zito e da altri cittadini residenti e/o titolari di proprietà immobiliari site in Montegrosso, sia amministratori di imprese produttive e/o commerciali attive nei rispettivi settori merceologici ed operanti nel medesimo territorio, in cui si chiede al Tribunale di disporre il prelievo del fascicolo relativo al ricorso iscritto contro il provvedimento di rimozione in questione, fissando con la massima sollecitudine possibile la data dell’udienza.
Insomma, gli animi si stanno scaldando in previsione di una data paventata e sempre più vicina, che tutta la comunità di Montegrosso teme. L’avvocato Michele Piazzolla, rappresentante appunto di Zito e altri, ha inviato anche una diffida alla Provincia Bat e alla ditta D’Oria in cui spiega ancora una volta che «è a tutti noto che la rimozione della rotatoria, senza avere prima individuato una soluzione tecnica e operativa che garantisca un accesso agevole al Borgo e ai territori circostanti, provocherà danni gravissimi ai cittadini della borgata e alle aziende ivi operanti, a fronte dei quali la necessità di collaudo dell’opera da parte della Provincia committente e dell’ATI esecutrice dei lavori risulta all’evidenza secondaria».
Si paventa nella diffida che «oltre al risarcimento dei danni, si profilano ipotesi di reato a carico di tutti coloro che, a vario titolo, concorreranno alla minacciata chiusura di ogni accesso diretto all’asse stradale provinciale ora esistente, senza tenere conto anche delle primarie necessità di coloro che vivono e operano a Montegrosso».
Smettetela. Lo svincolo c’è ed è quello a 500 metri da quello attuale dove hanno realizzato un cavalcavia presso l’azienda Agresti, con le relative complanari. Anche prima della rotatoria i trattori viaggiavano sulla provinciale contro il codice della strada.
Non commettete l’errore che la paura di pochi rallenti lo sviluppo di una città.
Che pagliacciata, ma quando tutto è stato messo in atto nessuno si è accorto di questa problematica?
GIUSTO! SEMPLICEMENTE BISOGNAVA PENSARCI PRIMA!!!!