L'appuntamento

Teatro a Sant’Anna, nella sede di Italia Nostra

Domenico Tangaro
Sede di ITALIA NOSTRA - Prospetto - Chiesa di Sant'Anna
la sede dell'ass. Italia Nostra
Appuntamento con la lettura interpretata e drammatizzata di "Bastianazzo"
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Dopo l’esperienza di sabato 13 aprile 2024, con il tutto esaurito (100 posti ) per il  Concerto di Musica Jazz a Sant’Anna, nella sede di Italia Nostra in via Flavio Giugno n° 8; un concerto dal vivo senza amplificazioni particolari, con il sassofonista statunitense Jerry Weldon in quartetto con il maestro Daniele Cordisco alla chitarra, Giuseppe Venezia al contrabbasso ed Elio Coppola alla batteria.

Un viaggio musicale nell’ascolto di standard Jazz internazionali, integrati da bellissime interpretazioni e improvvisazioni dei musicisti, che ha fatto sognare, immaginare, percepire e gustare l’essenza del bello e delle connessioni emotive di qualità della musica dal vivo.

La novità di questo tipo di attività culturali a Sant’Anna, nel Centro Storico di Andria, continua con il Teatro proposto da I Seriòmici, artigiani dello spettacolo, con la lettura interpretata e drammatizzata di “Bastianazzo“; un reading che ha lo straordinario potere di mostrare tutta la forza della parola e del teatro, di un testo scritto da Michele Santeramo, tratto da “I Malavoglia” di Giovanni Verga, sabato 27 aprile 2024.

Bastianazzo è un personaggio, che esiste solo nelle pagine de “I Malavoglia” di Giovanni Verga e vive, solo negli occhi di chi lo legge. Il testo interpretato dall’attore Antonio Memeo, è andato in scena a Palazzo delle Arti Beltrani di Trani, ed è il primo di tre lavori, ideati dalla penna prolifica di Michele Santeramo, in un ciclo intitolato Fantasmi, di cui fanno parte anche Gennaro Jovine della Napoli Milionaria di Eduardo De Filippo e Riccardo III di William Shakespeare.

Michele Santeramo ha voluto affidare, in esclusiva per il Circuito Italiano, il fantasma “Bastianazzo” all’attore e regista, Antonio Memeo. Ogni sua drammaturgia è abitata da un personaggio che viene dalla letteratura o dal teatro, ed emerge dal buio del palcoscenico invitando lo spettatore ad un rapporto diretto, suscitando la sensazione che l’attore abbia parlato “proprio a lui“, asciugando la scena, riportandola al grado zero di un copione, con un interprete e un pubblico partecipante, di cui Antonio Memeo è, contestualmente, interprete e regista di quel testo.

Antonio Memeo, protagonista della lettura, si fa attraversare dal personaggio, diventando Bastiano, l’unico figlio di Padron ‘Ntoni, chiamato Bastianazzo «…perché era grande e grosso  – scrive Vergaquanto il San Cristoforo, dipinto sotto l’arco della pescheria della città…».

Ben prima che esca in mare con la Provvidenza, e che trovi la morte, nel testo, Michele Santeramo si immagina che Bastianazzo inciampi, cada, e lì dove è caduto, sceglie di restare; e rimanere fermi significa accogliere dentro sé l’imprevisto e l’imprevedibile, significa guardare la vita attraverso quello che c’è e che non si può cambiare.

L’incipit del testo ‘Bastianazzo’ scuote dentro: «La Pace è a Perdere; solo chi ammette di aver Perduto, può stare in Pace». Bastianazzo ci chiede di ripartire da noi stessi, perché non c’è niente di sbagliato in noi, con una punteggiatura del testo che è, una continua apertura al dialogo con lo spettatore e con la sua coscienza.

Nel racconto irrompe il naufragio della Provvidenza. Bastianazzo è uomo in mare, come noi. Siamo tutti uomini in mare, ci sbracciamo per essere visibili, credendo di condurre in salvo la nostra vita e Michele Santeramo ha strappato Bastiano dall’oscurità del mare e della letteratura, e Antonio Memeo gli dà vita sul palco, per ricordare di non dare niente per scontato. Siamo soli, ma soli insieme.

La partecipazione personale di ogni singolo spettatore al Teatro nel Centro Storico costruisce nuova vita, creando un nuovo rapporto tra i cittadini, la città, la cultura, la storia, in modo semplice ed immediato, ridando importanza alla cultura diffusa, supportata dalle professioni artistiche.

Partecipando a questo progetto teatrale, si contribuisce personalmente a far rivivere una nuova e rinnovata comunità, sviluppando nuovi rapporti sociali e relazioni personali, affiancate dalla curiosità per la riscoperta del Teatro nella propria Città, attraverso l’ascolto dal vero e la conoscenza diretta che, con grande semplicità, si può recuperare, ricostruendo una dimensione umana, storica e sociale, utile alla vita.

venerdì 19 Aprile 2024

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