La legge elettorale proposta da Matteo Renzi è una truffa. Ne è convinto anche l’on. Giuseppe D’Ambrosio che ieri, nella sede andriese del MoVimento 5 Stelle, in via Cavallotti, ha spiegato le ragioni per le quali tale legge sarebbe stata pensata per falsare la volontà popolare e soprattutto per consentire ai soliti noti di governare insieme, malgrado tutto.
La proposta di legge si basa su collegi uninominali che permettono però più coalizioni e i soliti inciuci tra i partiti. In pratica, permetterebbe di coalizzarsi differentemente, da nord a sud, a seconda della convenienza e il tutto con una implicita esposizione di simboli e nomi sulla scheda elettorale; scheda, appunto, che genererebbe una grande confusione ma che favorirebbe i soliti “politicanti”.
«Il PD di Renzi pur di vincere vuole allearsi con Pisapia a Milano, con Alfano ad Agrigento e con Verdini a Firenze, senza che gli elettori se ne rendano conto leggendo la scheda sulla quale voteranno». Scrive Grillo sul suo blog.
«Così facendo – commenta D’Ambrosio – sia Camera che Senato saranno rappresentativi di una volontà popolare completamente falsata: può essere che il partito con più preferenze ottenga meno seggi o che il secondo partito che ottiene una manciata di voti in meno rispetto al primo, sia sotto rappresentato».
Un sistema di attribuzione dei seggi che non premia di certo i pentastellati essendo un sistema «antidemocratico finalizzato a favorire il voto di scambio e a decidere a tavolino come distribuirsi i seggi, oltretutto, l’assenza delle preferenze – continua D’Ambrosio – regalerà il Parlamento ai devotissimi a Renzi. Nel collegio uninominale vince chi prende più voti, fosse anche uno in più rispetto agli altri. E, allora, è facile immaginare che sia già al varo la compravendita dei parlamentari opportunisti che rappresentano la volontà di se stessi, non di certo quella popolare».
Nei sondaggi, il Movimento 5 Stelle, resta stabile intorno al 30%, se si andasse al voto con un sistema proporzionale… vero tallone di Achille per i pentastellati resta il divieto di stringere alleanze con altri partiti, quando in realtà gli altri grazie agli accordi e agli inciuci resta schiodabili e tutti insieme appassionatamente.
Correre da solo sarà pure un rischio ma nel mare magnum dei loghi e delle alleanze potrebbe giocare favorevolmente, quantomeno in termini di identità non confusa. Il tempo sarà l’unico giudice di questa partita impari.