Attualità

Fare chiarezza sullo stato della falda acquifera

La Redazione
"Onda d'Urto" scrive all'amministrazione: «verificare se i pozzi artesiani a valle del punto di accertato inquinamento siano da inibire per evitare che acqua contenente gli stessi agenti possano provocare pericolose malattie»
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Una nota indirizzata al Sindaco Giorgino e all’assessore all’Ambiente De Giudice nonché alla dirigente dell’ufficio Ambiente, è stata inviata dal direttivo della Onlus andriese “Onda d’urto” in cui si chiede chiarezza sullo stato della nota falda acquifera di via vecchia Barletta, rimbalzata alle cronache locali poiché risultata inquinata da sostanze cancerogene: «Crediamo che una corretta e trasparente informazione da parte dell’amministrazione civica sia doverosa nei confronti dei cittadini allarmati dal fatto che la falda freatica che interessa il territorio di via Vecchia Barletta sia risultata inquinata da sostanze che provocano il cancro. Ricordiamo che tale gravissima situazione è stata scoperta in modo bizzarro. I cani dei signori Ferri si sono rifiutati di bere acqua attinta dal pozzo artesiano dell’azienda e hanno indotto a cautela e conseguente denuncia alla pubblica autorità.

I geologi Francesco Bartucci e Riccardo Losito hanno sollecitato cautela e fatto notare che le falda acquifera per sua natura presenta elementi di flusso intercomunicanti. Noialtri sommessamente facciamo notare che questa acqua viene usata per scopo irriguo dai contadini per il tramite dei pozzi artesiani».

Il comitato tecnico scientifico di Onda D’Urto, tramite il dott. Tommaso Di Renzo chiede pertanto di «verificare se i pozzi artesiani a valle del punto di accertato inquinamento siano parimenti da inibire per evitare che acqua contenente gli stessi agenti possano provocare pericolose malattie nella popolazione.

Nel frattempo i signori Ferri ci hanno comunicato che uno dei cani si è ammalato di cancro. Ci chiediamo se i consumatori che hanno utilizzato ortaggi coltivati in campi irrigati con la stessa acqua inquinata abbiamo corso lo stesso rischio.

Chiediamo di adottare il principio di cautela, di inibire l’uso dei pozzi fino ad accertamenti con analisi chimico-tossicologiche allargate anche alle sostanze cancerogene».

lunedì 15 Ottobre 2018

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Riccardo L.
Riccardo L.
5 anni fa

In Puglia usiamo troppi pesticidi,in altre zone d,Italia il diserbante e bandito d,anni..invece noi ne facciamo un gran uso,,anche in citta,nei spazi verdi