Esclusiva

Fortunato in vista di Londra: «Voglio godermi al massimo la gara. Sarà una sfida contro me stesso»

Antonio Ventola
«Podebrady mi è servita per crescere. Obiettivo? Ho un tempo ben preciso in mente»
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È la sua settimana. Una stagione per prepararsi a questo momento, ad un appuntamento importante per la sua carriera ed un’esperienza da brividi per la sua vita in generale. Le prove generali sono state fatto a maggio dello scorso anno a Roma durante la Coppa del Mondo di Marcia, ma i Mondiali di Atletica sono tutta un’altra storia. Francesco Fortunato, marciatore Fiamme Gialle andriese, domenica 13 agosto (ore 14.20 locali; diretta Rai Sport ore 15.20) percorrerà i 20 km che toccheranno più volte Buckingham Palace e Admiralty Arch attraverso tutto St. James Park: il tutto con la maglia della Nazionale Italiana addosso.

Una gara che arriva dopo la brutta prestazione in Repubblica Ceca di maggio. Una battuta d’arresto che però, come afferma lo stesso Francesco in esclusiva ai microfoni della nostra redazione, è «stata importante. Di solito si parla di giornata da dimenticare ma, al contrario, ho solo da imparare dalla gara di Podebrady. Ho voluto vivere la sconfitta per tutta la preparazione e ho analizzato gli errori con il mio allenatore, cercando di migliorare i miei punti deboli. Ho trascorso 25 giorni a Roccaraso imponendomi nuove sfide e preparandomi al meglio anche a livello psicologico all’appuntamento di Londra. Le sensazioni sono buone. Ho fame di mettermi in gioco e provare qualcosa di nuovo».

Percorso che il marciatore andriese affronterà con degli obiettivi ben precisi: «Ho un tempo in mente e sarà una sfida con me stesso. Voglio comunque affrontare la gara non soffermandomi troppo sul cronometro, ma godendomi l’esperienza, provando a lanciarmi e cercando di godere di nuove sensazioni durante la gara».

Si sa, sui 10 km Fortunato va fortissimo, ma «la 20 chilometri è la gara olimpica. Tutto ciò che conta si sviluppa su quella distanza. Vero, a me piace tanto la 10, ma conta far bene sulla 20. Ovviamente se vai forte su di una distanza minore hai possibilità comunque di tenere un ottimo ritmo con 10 chilometri in più».

«Sicuramente non sono ancora in grado di competere per le primissime posizioni – ha continuato Francesco in merito alla possibile conclusione della sua gara e, più in generale, sui possibili vincitori della corsa – Per me i favoriti in questo momento sono il tedesco Christopher Linke e l’australiano Dane Bird-Smith, entrambi miei ottimi amici e con i quali ho avuto il piacere di allenarmi in passato. Mi auguro che uno di loro vinca, mentre io spero di collocarmi nella famosa seconda schiera».

Momento delicato per la marcia in generale. Per qualche mese al Comitato Olimpico è balenata l’idea di eliminare la marcia dal palinsesto degli sport di Tokyo, ma grazie anche ad una raccolta firme si è riusciti a confermare una delle corse più antiche a livello mondiale: «Siamo salvi fino a Tokyo. Successivamente non so cosa accadrà. Purtroppo la marcia non fa tanto audience e questo è un aspetto che il comitato olimpico tiene molto in considerazione. Probabilmente il nostro sport potrebbe salvarsi introducendo delle novità finalizzate a rendere più attraente la marcia, facendo appassionare più gente alla disciplina. D’altra parte però hanno ragione anche i puristi, che rifiutano il cambiamento. La marcia è uno dei simboli dello spirito olimpico, dato che racchiude in se il sacrificio e la voglia di mettercela tutta per arrivare alla fine. In questo momento però tutto ciò mi preoccupa relativamente. Ora sono concentrato sulla mia carriera e mi adeguerò a qualsiasi cosa succederà».

Fatto sta che l’Andria sportiva domenica sarà incollata al televisore per sostenere uno dei propri atleti mentre gareggerà insieme ai più grandi, con l’augurio che, magari, il “godersela” non possa diventare sinonimo di successo.

martedì 8 Agosto 2017

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