La Quarta rivoluzione industriale è ormai alle porte: fin dove ci porterà è impossibile prevederlo, quindi non resta che lasciarci guidare senza freni verso il futuro. Certamente questo articolo non ha l’ambizione di risolvere ogni dubbio, ma si propone di offrire una qualche utilità almeno nello sfatare alcuni miti, fake news, opinioni complottistiche, che ancora circolano in proposito tra adulti e ragazzi (come risulterà anche nelle interviste).
Gli adolescenti per la maggior parte sono spinti da una fiducia illuminista verso l’intelligenza artificiale, mentre il 15% del campione si è espresso in termini piuttosto scettici, con la motivazione prevalente che essa stia creando una società di individui poco dediti all’impegno e alla fatica.
Il prof. Bruno Siciliano, ordinario di robotica e automatica all’università Federico II di Napoli, coordinatore del gruppo Prisma Lab e divulgatore scientifico con infinite pubblicazioni nello stesso ambito, massima autorità mondiale nel suo campo (insignito del prestigioso premio Engelberger Robotics Award). La sua giovialità è da tipico uomo del Sud:
Professore, intanto la ringrazio a nome di tutti i lettori. Le chiedo: in futuro con la robotica avremo un nuovo Rinascimento o andremo incontro ad un Medioevo più cupo?
Nel momento stesso in cui dispongo di una tecnologia che è un supporto all’intelligenza umana, in definitiva mi vado a togliere sforzi fisici e mentali, così da avere maggior tempo per prendere decisioni e per creare un mondo che prescinde dalla tecnologia. Bisogna essere fiduciosi e pieni di speranza verso il progresso, in particolare verso la robotica e l’intelligenza artificiale. Stiamo andando incontro a una sorta di Umanesimo tecnologico, che ci consentirà di avere più tempo per esprimere la parte migliore della nostra intelligenza, che è quella della creatività, dell’emotività, dei sentimenti. Dobbiamo integrare la tecnologia con la nostra umanità e abbracciare questo cambiamento, traendo aspetti positivi e utilizzandola con coscienza, ma questo dipende dagli uomini.
Come la tecnologia ci viene in aiuto, professore ?
Basta vedere come Internet ci ha cambiato la vita, nel senso che è più facile fare tutto in tempo reale. Ora, è vero che in rete c’è tutto e c’è niente, perché chiunque può metterci delle informazioni e non è detto che si tratti di informazioni veritiere, prendiamo ad esempio Chat Gpt. Se fai una domanda a Chat Gpt, nel breve volgere di qualche secondo, ti scrive una pagina intera. Ci ho giocato anch’io con Chat Gpt e ti posso dire che effettivamente quello che dice, nella maggior parte dei casi, è veritiero, perché prendere informazioni in tempo reale da tutti i siti, col risultato di dare un’informazione che è la media di tante informazioni, quindi, in definitiva, c’è un livello di affidabilità elevato.
Quindi possiamo dire che Chat Gpt sa qualunque cosa meglio di tutti?
Beh, è chiaro che un conto è chiedere una cosa su un argomento su cui non sai niente, diverso è se la tua richiesta verte su un argomento che conosci bene. Io l’ho fatto sulla robotica e mi sono reso conto che ti dà un’informazione piatta, cioè molto neutrale, senza grosse imprecisioni, ma molto neutrale, cioè come dire… sai, a volte si dice di una persona:
” parli come un libro stampato”, nel senso di parlare come un pappagallo, ecco, insomma, quello è il contributo che dà Chat GPT.
Quindi in che termini potrebbe essere per noi utile?
Secondo me è utile, perché puoi partire da una risposta che ti viene data in pochi secondi e successivamente la vai a personalizzare. Faccio un esempio. Ti confesso, io ho una conoscenza della lingua inglese a livello di lingua madre, se non altro perché all’interno del gruppo di ricerca internazionale in cui lavoro utilizziamo la lingua inglese per comunicare. Anche ai miei studenti ormai insegno solo in inglese, poi è ovvio che posso spiegare in italiano per chi necessita di una spiegazione in lingua madre. Bene. Se io devo tradurre un concetto in inglese e ho del materiale scritto in italiano, è ovvio che la cosa migliore sarebbe tradurlo in inglese, perché c’è un modo di costruire le frasi, i periodi, del tutto differente, eppure non ti nascondo che alle volte per velocizzare i tempi decido di passare il testo nei programmi di traduzione, per poi “raffinarlo” in base al mio stile.
Dove sta la svolta in questo?
La svolta è che questo testo viene generato in due secondi. Se io mi fossi messo a creare da zero, avrei impiegato molto più tempo per arrivare a una prima versione da affinare. Se uno può contare su una buona tecnologia di base, a quel punto è più facile adattarla, modificarla e correggere cose che magari non convincono, oppure si può prendere lo scritto e renderlo più incisivo, mettendoci qualcosa di personale che va al di là della traduzione letterale parola per parola o frase per frase, fino a definire perfettamente il concetto che uno vuole rendere.
Termina qui il primo contributo del prof. Bruno Siciliano sul tema dell’I.A.
Mi auguro che il dibattito su questi temi dia sempre maggiore impulso per un utilizzo consapevole delle nuove tecnologie nell’industria e nei servizi locali. Sia da stimolo, in questo senso, il fatto che la massima autorità italiana e mondiale del settore provenga anch’egli dal Meridione. Quello che noto è che ad Andria, purtroppo, le innovazioni tecnologiche spesso funzionano più a livello di moda o di divertissement temporaneo, che di seria presa di coscienza, anche in ambito lavorativo. Se i suggerimenti del prof. Siciliano fossero messi in pratica da tutti, non solo come passatempo, ma per nuove idee e start up, di certo sarebbe un gran bene per la comunità. Sapere aude.